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Scuola Day

15 Settembre 2008
Un'intera giornata dedicata alla scuola, ai suoi problemi e ai suoi protagonisti: queste le fondamenta dello Scuola-day. Una no-stop dalle 8 alle 18, attraverso il quale studenti, insegnanti, famiglie, potranno interagire con gli esperti e i giornalisti.
 
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Scuola, più formazione e meritocrazia

dall'inviato Franco Vergnano

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CERNOBBIO - Il sistema scolastico italiano esce da un quarantennio di lassismo bipartisan. Che ha fatto danni enormi, come hanno ammesso anche esponenti insospettabili, denunciando oggi gli errori e i disastri causati dal "sei politico".
Oggi siamo al paradosso che se un insegnante richiama un ragazzo o valuta un compito insufficiente rischia di venir malmenato dai genitori. Per non parlare della valanga di ricorsi al Tar da parte degli studenti bocciati.
Se a questi fatti aggiungiamo le cronache dei bulli diventa chiaro come l'Italia si trovi in piena emergenza educativa. Ed è proprio in uno scenario del genere che stamattina a Cernobbio il ministro della Pubblica istruzione, Mariastella Gelmini, discuterà con Giacomo Vaciago (Università Cattolica di Milano) il rapporto commissionato dalla Siemens all'Ambrosetti su come fronteggiare la situazione.

Si tratta di «Sei proposte» destinate a far discutere, sia per il momento caldo attraversato dalla scuola sia per la loro portata, a cominciare dall'abolizione dell'esame di maturità e «dal tentativo di coniugare i pregi del sistema continentale europeo, che prevede uno zoccolo di conoscenze comuni per tutti, con il modello anglosassone che tende invece ad assecondare le tendenze e gli interessi dei singoli studenti. La nostra idea di base è quella di allungare un po' il periodo di studi della scuola primaria e di accorciare invece gli anni della secondaria. Al termine della quale non dovrebbe più esserci l'esame di maturità», come anticipa Vincenzo Giori, 58 anni, amministratore delegato di Siemens Italia.
Tra i punti chiave del rapporto ci sono gli insegnanti. L'Italia vanta il numero di docenti più elevato d'Europa: «Si spende quindi parecchio», ma per Giori «la meritocrazia non esiste». Ecco perché, secondo il Ceo di Siemens Italia i docenti delle scuole secondarie «dovrebbero essere certificati».

A cadenza regolare, impietosamente, il rapporto Pisa (Programme for international student assessment), mette a nudo i ritardi della scuola italiana. In particolare, i test internazionali, preparati dall'Ocse e adottati anche da molti altri Paesi, valutano con prove uguali per tutti gli studenti, le competenze linguistiche, matematiche e scientifiche, misurate non su base nozionistica ma con il metodo del "problem solving", cioè le capacità operative che poi servono alle aziende e diventano chiave nel mondo produttivo affetto dall'ipercompetitività. Per la terza volta consecutiva l'Italia non solo ha deluso nel risultato complessivo, ma ha evidenziato anche una forte disparità a danno del Sud.
Secondo un'indagine commissionata ad hoc dai ricercatori Ambrosetti, il 64% degli italiani ritiene che il nostro sistema educativo sia peggiorato negli ultimi dieci anni.
In un'economia sempre più terziarizzata basata sull'intangibile (e quindi sulle capacità intellettuali), un Paese che disponga di un capitale umano scadente diventa un forte handicap. Anche perché le aziende si trovano davanti persone che quando si affacciano sul mondo del lavoro sono tutte da formare: i costi per il sistema imprenditoriale tendono quindi ad aumentare, proprio mentre altri Paesi possono invece fare leva su risorse umane preparatissime (si pensi agli esperti indiani di software).

È tutta colpa della scuola? Non solo. «La scuola ha il compito di formare e istruire ma l'educazione, cioè dare le capacità di capire il mondo e i valori per operare le scelte necessarie, è compito primario della famiglia. Educazione che è anche fortemente influenzata da altri attori come i coetanei, i mass media e varie altre istituzioni», spiega Paolo Borzatta, senior partner Ambrosetti che ha condotto la ricerca insieme ad Andrea Beretta Zanoni dell'Università di Verona.
Il rapporto, oltre a lanciare un premio annuale per un gioco elettronico su internet che promuova la capacità di pensare in modo logico, propone diversi interventi, molti dei quali destinati a far discutere. Vediamoli tutti e sei.
Uno: cambiare l'orientamento scolastico. Fino alla fine della scuola media inferiore occorre dare a tutti gli strumenti di base per ragionare e giudicare, sapersi relazionare, imparare in modo continuo. Questo ciclo termina con un esame di licenza. Dalla scuola media superiore in avanti, si deve invece puntare allo sviluppo dei talenti individuali. Tutti i test saranno di "ammissione" ai corsi successivi, o al mondo del lavoro, per poter selezionare i migliori e i più adatti. I risultati di questi esami saranno una graduatoria per dare un segnale forte di meritocrazia.
Due: qualificare gli insegnanti. Si prevedono carriere e forti incentivi economici basati su valutazioni indipendenti.
Tre: lanciare un programma di aggiornamento permanente degli adulti (con metodi e strumenti nuovi).
Quattro: riportare in Rai programmi televisivi a forte contenuto educativo, ma anche competitivi con i programmi di intrattenimento. Stessa cosa anche per i siti web.
  CONTINUA ...»

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